5 gennaio 2013

Le Cavalle di Diomede (VIII fatica)

Gustave Moreau, Diomede divorato dalle sue cavalle (1865)


Euristeo ordinò a Eracle, come ottava fatica, di catturare le quattro cavalle selvagge del tracio re Diomede, che governava sui bellicosi Bistoni. Le sue stalle, poste nella città di Tirida, erano il terrore di tuta la Tracia. Diomede infatti teneva le sue cavalle legate con catene di ferro a mangiatoie di bronzo, e le nutriva con la carne dei suoi ospiti ignari. Un'altra leggenda vuole che si trattasse di stalloni ed i loro nomi erano Podargo, Lampone, Xanto e Dino.
Con un piccolo gruppo di volontari, Eracle arrivò in Tracia, e giunto Tirida soproffece gli stallieri di Diomede e condusse le cavalle sulla riva del mare, dove le lasciò in custodia a Abdero. Eracle non sapeva però della pericolosità degli animali, e quindi Abdero fu divorato dalle giumente. Eracle tornò indietro ad affrontare i Bistoni. Quest'ultimi erano numerosi, ma egli riuscì a sconfiggerli con l'astuzia, infatti tagliò un canale e l'acqua del mare invase la bassa pianura. Sconfitti i Bistoni, Eracle stordì Diomede con un colpo di clava, e nè trascinò il corpo lunghe le rive del lago artificiale e lo gettò in pasto alle cavalle, che lo divorarono ancora vivo. Così dopo aver placato la fame delle bestie, Eracle potè domarle facilmente.
In memoria di Abdero fondò poi la città di Abdera sul sito della sua tomba.
La leggenda volle inoltre che Bucefalo, il cavallo di Alessandro Magno, fosse un discendente di tali cavalle.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.