A tutti gli "studiosi" del Blog
tanti tanti auguri di un buon Natale
e di un felice 2013!
22 dicembre 2012
6 dicembre 2012
LA CERVA DI CERINEA (III Fatica)
La Cerva di Cerinea era un animale sacro ad Artemide, la casta dea della caccia e della luna.
Euristeo, stupito per l'eccezionale valore di Eracle, decise di affidargli una terza impresa. Infatti, nei pressi della regione di Cerinea viveva una splendida cerva, dalle corna d'oro e dagli zoccoli d'argento e di bronzo, che fuggiva senza mai fermarsi incantando chi la inseguiva, trascinandolo così in un paese dal quale non avrebbe più fatto ritorno.
Eracle non poteva assolutamente ucciderla, poiché essa era una cerva sacra, e quindi l'eroe si limitò a inseguirla. La frenetica corsa durò circa un anno, sconfitto in ogni tentativo di raggiungerla, non gli rimase altra scelta che ferire leggermente l'agile cerva con una freccia, e caricarsela sulle spalle per riportarla in patria.
Lungo la strada del ritorno incappò in Artemide, infuriata con lui per aver ferito una bestia a lei sacra: ma l'eroe riuscì a placare le sue ire, ed ottenne da lei il permesso di portare la cerva ad Euristeo. Dopodiché al leggiadro animale fu concesso di tornare a correre libero nelle foreste.
Fonte: Wikipedia
Ercole e i pomi d'oro delle Esperidi (XI fatica)
Quando Euristeo gli ordinò di prendere tre mele d’oro dal giardino delle Esperidi (regalo di nozze per Era e Zeus da parte della Terra), Ercole dovette andare in cerca dello stesso giardino. Ricevette indicazioni dalle Ninfe dell’Euridiano, che gli consigliarono di costringere Nereo (divinità del mare onnisciente) a rivelargli l’ubicazione del luogo. Ercole catturò Nereo, che gli rivelò dove fosse il giardino.
Ora, ci sono due versioni discordanti del mito.
![]() | |
Ercole nel giardino, di Rubens |
Una versione narra che Ercole giunse al giardino, scagliò
una freccia avvelenata al di là del muro uccidendo il drago-serpente (posto lì
da Era) che faceva guardia ai pomi, e
prese le tre mele1.
L’altra versione narra che Ercole non entrò mai nel
giardino. Infatti, prima di arrivare incontrò Prometeo incatenato alla rupe, e
uccidendo l’aquila con le sue frecce lo liberò2. Prometeo in cambio
gli consigliò di chiedere ad Atlante (titano, fratello di Prometeo e padre
delle Esperidi) di prendere i pomi al posto suo. Alla proposta, Atlante accettò purchè Ercole tenesse il
cielo al posto suo mentre prendeva le mele3.
![]() |
Prometeo e Ercole, di Christian Griepenkerl |
Ma quando tornò con le
mele, Atlante rifiutò di riprendersi il cielo4: Ercole allora gli
chiese di reggere il cielo un’ultima volta, così lui se lo sarebbe sistemato
meglio sulle spalle. Una volta che Atlante riprese il cielo, Ercole se ne fuggì
via con le mele.
Note:
1 Seneca è d’accordo con questa versione (HO
v.18)
2 Eschilo è d’accordo con questa versione
(Prometeo Incatenato vv.769-775)
4 Leopardi è d’accordo con questa versione
(Operette Morali, n°2)
Fonti: Wikipedia
Fonti: Wikipedia
Conocchia (immagine)
Al posto di mettere una foto di una conocchia, metto un quadro di William-Adolphe Bouguereau, La filatrice, perchè mi pare più bello.
La conocchia o rocca è quella che la ragazza tiene nel braccio sinistro (a destra nell'immagine); l'altro aggeggio è il fuso.
Nella conocchia si metteva la lana (nel quadro è tenuta su dai nastri azzurri), che poi con il fuso veniva trasformata in filo, facedolo ruotare (è complicato da spiegare, ma ci sono dei video che mostrano come si fa).
[L'immagine viene da Wikipedia, ma tanto è nel pubblico dominio.]
La conocchia o rocca è quella che la ragazza tiene nel braccio sinistro (a destra nell'immagine); l'altro aggeggio è il fuso.
Nella conocchia si metteva la lana (nel quadro è tenuta su dai nastri azzurri), che poi con il fuso veniva trasformata in filo, facedolo ruotare (è complicato da spiegare, ma ci sono dei video che mostrano come si fa).
[L'immagine viene da Wikipedia, ma tanto è nel pubblico dominio.]
30 novembre 2012
Idra di Lerna... Cos'era?
Era un mostro e aveva nove teste di serpente, di cui la centrale era immortale. Secondo altre versioni ne aveva 50 e tutte d'oro. Il corpo era di un drago gigantesco e senza ali. Qualsiasi testa venisse tagliata, subito ne rispuntavano due. Il sangue e il fiato dell'Idra erano veleno mortale.
IL MITO
IL MITO
Il mito narra che l'Idra, che viveva nei pressi di Lerna, fu uccisa da Ercole durante la seconda delle sue fatiche. Non fu un'impresa facile: trovò l'orrenda belva mentre digeriva il suo pasto nella caverna e le tagliò tutte le teste. Per non cadere preda del suo fiato tremendo Ercole trattenne il respiro. Scoprì però che dal moncherino di ogni testa tagliata ne spuntavano istantaneamente altre due. Ebbe quindi un'illuminazione, e chiese aiuto al nipote Iolao: mentre Ercole tagliava le teste, Iolao dava fuoco al sangue della ferita, cicatrizzandola, in modo che le teste non potessero ricrescere. L'ultima testa, tuttavia, era immortale e non servì nemmeno il suo nuovo stratagemma. Allora seppellì la testa e il corpo sotto un masso enorme.
Ercole bagnò la punta delle frecce nel sangue dell'idra, altamente velenoso, per rendere le ferite inflitte da esse inguaribili. Un'accidentale puntura con una di tali frecce provocò atroci sofferenze a Chirone, centauro amico e insegnante di Ercole, che essendo immortale non poteva morire e, per porre fine al tormento, donò la propria immortalità a Prometeo.
28 novembre 2012
Gli uccelli della palude di Stinfàlo
![]() |
Ercole con nacchere e arco (Albrecht Dürer) |
Questi si nutrivano di carne umana e uccidevano scagliando le loro penne bronzee come frecce.
Nessuno mai aveva avuto il coraggio di stanare gli uccelli e i pochi che avevano tentato questa ardua impresa erano stati crudelmente trafitti dai dardi: la palude da loro abitata, infatti, emanava un odore nauseabondo a causa dei cadaveri di chi aveva tentato di eliminare i feroci uccellacci.
Ercole, con l’aiuto di Atena e di Efesto, riuscì a sconfiggere gli uccelli: dopo aver emesso degli strepiti con delle nacchere di bronzo (strumenti a percussione), spaventò e fece uscire gli uccelli dai loro rifugi; in seguito, grazie alla sua abilità con l’arco, i mostruosi volatili diventarono suo facile bersaglio: alcuni uccelli vennero uccisi, altri fuggirono nell’isola di Aretias (Colchide).
27 novembre 2012
Il Leone Nemeo
Il Leone Nemeo è la prima delle dodici fatiche di Ercole.Giunto a Nemea, messosi in caccia del leone, Eracle lo cercò a lungo, ma ovunque trovava solo campi disseminati di cadaveri degli uomini uccisi dal leone. Finché un tremendo ruggito scosse la foresta; il leone si preparava a sbranare Ercole. Questi prese in mano l'arco e colpì con tutte le sue frecce il leone,inutilmente, perché queste rimbalzarono sulla pelliccia invulnerabile. Ercole usò tutte le sue armi, ma il leone non fu ferito.Il leone lo attaccò, menando fendenti con i suoi artigli e distrusse l'armatura dell'eroe che fu costretto a battersi nudo. Nel terribile duello corpo a corpo, il leone strappò un dito a Eracle, ma alla fine l'eroe afferrò il leone per la testa e la folta criniera e il leone si accasciò a terra sconfitto, strangolato. Eracle se lo caricò in spalla in segno di trionfo e lo portò a Micene, dove terrorizzò Euristeo, che gli ordinò di riportarlo indietro.Alla morte, il leone Nemeo fu posto da Zeus tra i segni dello zodiaco, dove formò la costellazione del leone.
26 novembre 2012
Le 12 fatiche
![]() |
Particolare del Cratere a calice di Asteas con la follia di Eracle (Museo Archeologico Nazionale di Madrid) |
Era sconvolse la mente di Ercole, che, in preda al furore, uccise la moglie Mègara e i figli.
Tornato in sé l'eroe si recò a Delfi per chiedere all'oracolo un modo per espiare il sangue versato.
L'oracolo lo costrinse a mettersi al servizio del re di Argo, Micene e Tirinto, Euristeo, che gli ordinò di affrontare le seguenti dodici incredibili fatiche.
1 Il Leone Nemeo
2 L'Idra di Lerna
3 La cerva di Cerinea
4 Il cinghiale d'Erimanto
5 Gli uccelli della palude di Stinfalo
6 Le stalle del re Augia
7 Le cavalle di Diomede
8 Il Toro di Creta
9 Il cinto di Ippolita
10 I buoi di Gerione
11 I pomi delle Esperidi
12 La cattura di Cerbero
Chi ce le descrive?
Alcìde
Comincio io col patronimico.
Chi ci informa sulle dodici fatiche?
Perché Ercole viene chiamato frequentemente Alcìde?
Si tratta di un patronimico, derivante da Alceo, nonno paterno putativo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Eracle
Chi ci informa sulle dodici fatiche?
Perché Ercole viene chiamato frequentemente Alcìde?
Si tratta di un patronimico, derivante da Alceo, nonno paterno putativo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Eracle
E gli altri dove sono?
Invitiamo i compagni di classe ad affrettarsi nell'accedere al blog.
Dobbiamo partire seriamente.
Dobbiamo partire seriamente.
22 novembre 2012
Una domanda per Luca...
Riesci a inserire un'altra pagina?
Potremmo dedicarne una alle "chiacchiere" e una alle ricerche relative alla tragedia.
Potremmo dedicarne una alle "chiacchiere" e una alle ricerche relative alla tragedia.
21 novembre 2012
Iscriviti a:
Post (Atom)